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In-segnare è lasciare un segno

Presentazione dei progetti 2017/18 delle Stanze della Casa. Parlano i responsabili: Ada Sargenti per la Stanza della matematica, Rino Coppola per la Stanza di Italiano, Irene Audrito per la Stanza delle Scienze.


L’incanto della scoperta è la magia dell’insegnante

di Rino Coppola

Il viaggio verso Cantalupa non è breve, eppure non c’è tempo per la noia, si arriva prima che il paesaggio possa stancare, anche perché diventa sempre più piacevole inoltrarsi nel verde, mentre le movenze del terreno si fanno morbide, le montagne incombenti ti accolgono e l’orologio comincia, misteriosamente, a girare sempre più lento.

Ti accolgono visi curiosi, facce in attesa, occhi golosi. Una sensazione di mistero e di magia si respira nell’aria.

In questo strano consesso ognuno ha qualcosa da raccontare e, a ritmo incalzante,  figure intriganti si alternano sul pulpito. Ne deriva che tra i partecipanti si vive un clima di esperimento, tutti si aggirano nascondendo nei propri mantelli l’ingrediente segreto in attesa di essere svelato, ma nel frattempo si respirano gli aromi e si assaggiano le qualità delle confezioni appena aperte.

Venerdì pomeriggio

La MagaTesta, capo supremo della Casa, ci affida a tre diversi fuochi: quello dei Numeri, quello delle Parole e quello delle Emozioni.

Maria Cantoni – Ada Sargenti: La geometria euclidea a ritroso  Slide

Cristiana Praolini: Esperienze di riflessione sulla lingua passando per la grammatica valenziale  Prezi

Cristina Vannini: La didattica della lingua italiana attraverso gli emoticons  Slide

Pedagogia dei genitori Rete “Con i nostri occhi”

Attorno a quei falò apprendiamo nuove tecniche, scopriamo che la magia dell’insegnare ha bisogno di fantasia, pazienza e complicità e che si tratta di componenti che non possono essere estratti da una sola borsa, ma devono essere versati nel calderone, sia pure in misura diversa, da tutti i partecipanti all’incantesimo.

Venerdì sera

La sera prevede un raduno per assistere alla rappresentazione organizzata da un largo stregone barbuto accompagnato da decine di discepoli e apprendisti.

Si tratta di un segmento della Vita di Galileo, liberamente tratto dall’opera di Brecht.

La forza del racconto ricca di evocazioni, gesti, grida e sussurri ci inchioda alle sedie e ci offre un’altra tessera per comporre il complesso, magico mosaico dell’Arte Docente.

La teatralità sostiene l’incanto dell’insegnamento e trasforma una lezione in un’avventura vissuta. Questo impariamo e scribacchiamo sulle nostre pergamene e nei formulari.

Sabato mattina

Il mattino dopo due riconosciute maghe della matematica ci presentano calcoli che diventano immagini, disegni trasformati in palazzi, e giochi d’incastro trasfigurati in solide forme architettoniche.

Le formule algebriche, nel racconto delle due divinatrici, diventano Arte, vengono incastonate nella Storia, si tingono di riferimenti geografici e biografici, tornano con i colori cangianti della Cultura  in divenire e svelano come la distanza tra i numeri e l’estetica sia una labile convenzione.

Sono seguite da un druido glabro e magro dall’eloquio incalzante e dal gesticolare aggraziato che ci rivela la destinazione ultima, il fine supremo, il senso del nostro faticoso operare: Il fine del maestro è diventare un maestro.

Ancora suggestionati e attoniti dall’eco delle Sue Parole veniamo ammaliati da un alto e barbuto mago affabulatore che ci racconta con quali espedienti coinvolgere gli allievi nella invenzione di storie, facendo scattare in loro la scintilla dell’arte e della creatività.

La magia del raccontare di Alberto Arato

Dalle lontane Contrade delle professioni gentili è giunto fino a noi uno stregone della parola, un artigiano del racconto il cui Libro testimonia la possibilità di scrivere divertendosi e di creare mondi fantastici semplicemente parlandone a tavola con la propria famiglia.

Blog di Samuele Marabotto     Intervista insolita… dal barbiere

Sabato pomeriggio

Dopo un frugale pasto, come si conviene a persone affascinate dal trascendente e dal mistero (hamburger alla bismark, crepes grondanti formaggio fuso, contorni assortiti a buffet, dolce,  caffè e ammazzacaffè) e poco inclini alla trivialità, ci raduniamo per ascoltare un elfo vivace e pungente, capace di insegnare anche ai bambini come far muovere figure nello spazio usando l’incantesimo Scratch.

Gianni Mastropaolo: Digital storytelling e coding  Slide

Infine sono comparse con sorrisi beffardi e dita affusolate due estrose chiaroveggenti capaci di prevedere il futuro usando i numeri. La magia, anche chiamata “Teoria del Caos” si presta a leggere per l’indomani tempeste e temporali, ma anche vincite e matrimoni fortunati: conviene studiare e soprattutto farsele amiche.

Si può prevedere il futuro?  L’imprevedibile viaggio matematico e storico che ci permette di portare l’ombrello solo quando serve
Gemma Gallino (maga della matematica) Slide prima parte

Caos numerico (file excel con la simulazione numerica di cui si parla nel filmato)   Mulino non caotico  e   Mulino caotico  (animazioni)

Valentina Acordon (maga del meteo) Slide seconda parte

Tra meteorologia e divinazione ecco di nuovo la matematica e le due ammaliatrici danzano tra le teorie divertendo e divertendosi.

Quando la MagaTesta ci ha benedetti e congedati abbiamo raccolto i nostri strumenti e riordinato gli appunti.

Personalmente ho provato a recitare qualcuna delle formule che mi ero diligentemente appuntato, ma con scarso successo. Dopo qualche tentativo ho sorriso e ho capito. Non è né il tono né la sillaba giusta che permettono il realizzarsi dei singoli incantesimi descritti e declamati da maghe e stregoni della “Casa”, ma l’atmosfera ricca di mistero, il respiro dell’arcano, lo stupore del Maestro e degli adepti, la meraviglia delle scoperte purché coinvolga anche lo stregone…

L’aveva detto anche l’elfo!

Appena giunto in classe di ritorno dallo stage ho spalancato la porta dell’aula e la mia collega era alle prese con un uditorio poco udente e molto parlante, aveva appena corretto una disastrosa verifica di matematica e stava urlando per ottenere il silenzio.

Le ho sussurrato con l’aria di chi la sa lunga: –Ci vuole magia! Tu sei una fata!

Mi ha guardato in modo strano e ha usato una formula che qui non posso ripetere perché le parole somigliavano ad un invito ad andare in un posto poco piacevole.

Eppure è stato efficacissimo: si è creato un silenzio totale.

Magia.


La lettura finale di M.L.Mattiuzzo è tratta da: Carlo Rovelli “L’ordine del tempo” Adelphi